Incontri col premier canadese e il presidente algerino, poi conferenza stampa
Bari, 15 giu. (askanews) – Una mattinata dedicata agli incontri bilaterali quella di oggi per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Borgo Egnazia, dove ieri si è concluso il vertice del G7 sotto la Presidenza italiana. La premier ha incontrato il primo ministro canadese Justin Trudeau, il presidente della Banca africana di Sviluppo (AfDB), Akinwumi Adesina, e il presidente dell’Algeria Abdelmadjid Tebboune. Più tardi la premier terrà una conferenza stampa, fissata alle ore 14.
Giorgia Meloni ha chiuso ieri il vertice G7 in Puglia incassando il sostegno dei leader sui migranti e il Piano Mattei, ma sul summit è pesata l’ombra delle polemiche per i ‘casi’ relativi ai diritti Lgbt e sull’aborto (con annessa lite con Emmanuel Macron). La seconda e ultima giornata del summit, in attesa della conferenza stampa in programma oggi alle 14, ha avuto come protagonista papa Francesco, arrivato nel resort pugliese per intervenire nella sessione dedicata all’Intelligenza artificiale. “È la prima volta nella storia che un Pontefice partecipa ai lavori del Gruppo dei Sette e siamo orgogliosi che sia avvenuto durante la presidenza italiana”, ha detto Meloni, definendo “storico” l’evento.
In un primo bilancio del summit, Meloni può sicuramente rivendicare il sostegno alla linea italiana sui migranti e l’Africa. Sui migranti spicca la decisione di dar vita a una “coalizione del G7 per prevenire e contrastare il traffico” di esseri umani, in una dichiarazione che, effettivamente, accoglie la linea italiana che punta ad affrontare “le cause profonde della migrazione irregolare”; a “migliorare la gestione e l’applicazione delle frontiere”; a creare “percorsi migratori sicuri e regolari”. In questa ottica la premier può dirsi sicuramente soddisfatta anche per il fatto che i leader “accolgono con favore il Piano Mattei per l’Africa lanciato dall’Italia”, che sarà portato avanti anche in collaborazione e coordinamento con la Partnership for Global Infrastructure and Investment e con il Global Gateway.
Tra i dati da mettere nelle note per Meloni positive c’è anche l’aver raggiunto l’accordo sull’utilizzo dei profitti degli asset russi congelati per il sostegno all’Ucraina. Un’intesa che non era scontata alla vigilia, anche se il tema era la priorità assoluta del presidente americano Joe Biden. La premier e il presidente Usa hanno avuto un incontro bilaterale in cui hanno ribadito, tra le altre cose, il “sostegno” a Kiev e il “comune impegno” per risolvere la crisi in Medio Oriente.
A “macchiare” il tabellino del vertice restano però anche le polemiche relative al tema dei diritti, in particolare sulle persone Lgbt e sull’aborto. Sul primo punto le indiscrezioni di Bloomberg sostenevano che dalla bozza di dichiarazione era stato eliminato ogni riferimento alla protezione dell'”identità di genere” e dell'”orientamento sessuale” delle persone LGBT. Una notizia smentita “categoricamente” dalla Presidenza italiana. Nella dichiarazione finale non c’è stata effettivamente la parte inserita a Hiroshima in cui i leader affermavano di “lavorare con tutti i segmenti della società per garantire partecipazione piena, equa e significativa delle donne e delle ragazze in tutta la loro diversità così come delle persone LGBTQIA+ in politica, economia, istruzione e in tutti gli altri ambiti della società”. E si esprime invece “forte preoccupazione per la riduzione dei diritti delle donne, delle ragazze e delle persone LGBTQIA+ in tutto il mondo, in particolare in tempo di crisi, e condanniamo fermamente tutte le violazioni e abusi dei loro diritti umani e delle libertà fondamentali. Continueremo a promuovere e tutelare i propri diritti in tutti gli ambiti della società”.
Più dura la polemica sul tema dell’aborto. La parola, rispetto alla dichiarazione di Hiroshima, è stata cancellata: mentre lo scorso anno si garantiva “un accesso effettivo e sicuro all’aborto” nel testo approvato si ribadisce più genericamente l’impegno inserito in Giappone per “l’accesso universale a servizi sanitari adeguati, convenienti e di qualità per le donne, compresi la salute sessuale e riproduttiva e i diritti per tutti”. Polemica “pretestuosa” per Meloni, intervenuta affermando che le conclusioni di Borgo Egnazia “richiamano quelle di Hiroshima” e che non ci sono “passi indietro”. Per Macron però il problema è una diversa “sensibilità” sul tema del governo italiano rispetto alla Francia che ha integrato “nella sua Costituzione il diritto delle donne all’aborto”. Solo “campagna elettorale”, per Meloni, in una nuova fase di gelo con l’inquilino dell’Eliseo. “Da parte mia non c’è voglia di polemica. Per niente. Voglio che andiamo avanti efficacemente sul nostro lavoro internazionale. L’ho detto, ringrazio la presidenza Italiana, penso che non dovremmo dargli più spazio. Conosciamo i nostri disaccordi, non li ho messi sul tavolo. Ho risposto onestamente, come altri, a uno dei tuoi colleghi italiani, niente di più, niente di meno”, così il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha risposto a un giornalista sulle polemiche sul tema dell’aborto e sulle accuse di fare campagna elettorale al G7 messe in risalto sulla stampa italiana, in un’intervista diffusa anche dall’Eliseo.
Sul tema, però, anche le opposizioni nostrane sono andate all’attacco con Elly Schlein che ha parlato di “vergogna nazionale”.