Roma, 3 lug. (askanews) – “Dobbiamo prepararci a una battaglia difficile a partire dal prossimo 16 luglio, quando la Commissione europea presenterà la proposta del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) per il periodo 2027-2034, che potrebbe prevedere una unificazione del bilancio e tagli rilevanti alla Politica Agricola Comune. Una scelta del genere rappresenterebbe un colpo durissimo alla struttura portante dell’Europa rurale e produttiva”. Lo scrivono in una nota congiunta gli eurodeputati Dario Nardella (S&D) e Herbert Dorfmann (PPE).
“L’ipotesi di ridurre il bilancio agricolo in nome di nuove priorità, pur legittime, è miope e controproducente. La Pac – aggiungono – non è una politica del passato, ma un investimento strategico per il futuro: tutela la sicurezza alimentare, garantisce lavoro e coesione nei territori. Destrutturare e disinvestire significherebbe abbandonare milioni di agricoltori e comunità rurali proprio nel momento in cui chiediamo loro di affrontare sfide epocali”.
Per gli eurodeputati “l’eliminazione dell’autonomia strategica del settore agricolo sarebbe la fine della politica agricola comune come la conosciamo. Solo una governance comune, basata su decisioni condivise può garantire un approccio equo, trasparente e coerente tra i Paesi dell’Unione. La volontà di raggiungere nuovi obiettivi a livello europeo è legittima e condivisibile; tuttavia, ciò non può avvenire a scapito delle politiche fondamentali, come l’agricoltura o la coesione, che costituiscono il cuore del progetto europeo e il motore della sua legittimità sociale”.
“Pur riconoscendo la necessità di superare alcune problematicità dell’attuale Pac – aggiungono – questo non significa il dover cancellare la PAC così come l’abbiamo sempre conosciuta”.
Infine, un appello trasversale a tutte le forze politiche istituzionali: “difendere la Pac oggi, significa difendere l’idea stessa di un’Europa solidale, lungimirante e capace di accompagnare l’innovazione senza lasciare indietro nessuno. Ci impegneremo con determinazione per preservare risorse finanziarie adeguate e strumenti legislativi ambiziosi per il futuro dell’agricoltura europea”.